Le 10 Scommesse del 2018, 1: Matteo Trentin
Stanno per aprirsi le danze della stagione e c’è grande curiosità riguardo quel che potranno fare i corridori. All’interno del gruppo dei professionisti, SpazioCiclismo ha scelto le 10 scommesse del 2018, dieci nomi che rappresentano, per loro stessi e per le loro squadre, delle grandi sfide da affrontare per la nuova stagione. Giorno dopo giorno andremo a scoprirli e analizzare le loro ambizioni.
1 – Matteo Trentin
Occasione d’oro per il corridore italiano. Dopo una carriera in maglia QuickStep – Floors Trentin ha deciso di cambiare squadra ed approdare alla Mitchelton – Scott. Nella formazione australiana il trentino sarà uno degli uomini di punta sia per le volate, dove ha dimostrato tutte le sue qualità nella seconda parte del 2017, che nelle classiche del nord. E proprio nelle corse sul pavé c’è grande curiosità per capire cosa potrà fare Trentin, visto che in questi anni ha dimostrato di poter esser uno dei protagonisti, ma non ha quasi mai avuto la possibilità di fare la corsa da capitano, complice la presenza in squadra di tanti uomini adatti a loro volta a quel tipo di terreno. Purtroppo una frattura ad una costola rimediata in allenamento ritarderà il suo debutto con la nuova maglia e condizionarlo nei primi mesi della stagione, ma Trentin troverà sicuramente le occasioni in cui lasciare il segno.
2 – Elia Viviani
Sostituire Marcel Kittel l’arduo compito del veronese. Se in volata pura il tedesco ha qualcosa in più dell’azzurra, nel complesso l’impresa sembra comunque possibile. Autore di un ottimo finale di stagione, l’ex corridore della Sky ha dimostrato infatti un ottimo feeling con le classiche, anche impegnative, nelle quali far valere poi nel finale il suo spunto. I frutti del suo passaggio completo su strada si sono visti e ora può portarli ancor più a maturazione, specialmente in una squadra in cui da subito hanno mostrato di dargli fiducia. A parole, con Patrick Lefevere in primis, ma anche con i fatti, organizzando un treno che possa scortarlo nei grandi appuntamenti. La compresenza con Fernando Gaviria può essere l’ulteriore stimolo per riuscire a non far rimpiangere un big assoluto come Kittel e trovare quella consacrazione inseguita anche fuori dai velodromi.
3 – Mikel Landa
Passato dalla Astana alla Sky perché con i kazaki non aveva abbastanza spazio, il basco ha dovuto trasferirsi nuovamente per cercare una squadra in cui esprimersi, senza essere chiuso. La scelta è ricaduta sulla Movistar, anche se la concorrenza interna non manca sicuramente. Il valore del nuovo presidente della Euskadi non si discute, anche se la continuità chiede di essere confermata. Se dovesse riuscire a trovare il giusto mix di preparazione, serenità mentale e fortuna, potrebbe sicuramente ottenere grandi risultati per la sua nuova squadra. Resterà tuttavia da definire il ruolo in una situazione che potrebbe rivelarsi esplosiva, in senso buono come in senso cattivo, per lui come per i suoi compagni. Ci vorranno, non solo da parte sua, intelligenza e umiltà.
4 – Sacha Modolo
Dopo quattro anni il trevigiano lascia quella che era ormai la sua comfort zone per una nuova interessante sfida alla corte di Jonathan Vaughters. Questo significherà per la prima volta allontanarsi in maniera sostanziosa dal calendario italiano, con la possibilità di andare ulteriormente alla scoperta di nuovi confini, non solo geografici, ma anche nel tipo di strade e di corse che dovrà affrontare. Velocista di riferimento della squadra, avrà inoltre anche modo di testarsi nuovamente al Nord, seppur in appoggio, ma anche scarico, a Vanmarcke, un terreno in cui nel 2017 ha dimostrato di non sfigurare. Nuovi stimoli possono portare nuovi risultati.
5 – Marcel Kittel
Sulle qualità del velocista tedesco ci sono pochi dubbi. Le quattordici vittorie ottenute nel 2017 parlano da sole per Kittel, ma ora è atteso ad un nuovo banco di prova. L’anno scorso molte vittorie erano infatti servite su un piatto d’argento al corridore di Arnstad dallo splendido lavoro dei suoi compagni di squadra nel finale. Ora però dovrà trovare il giusto feeling con i nuovi compagni di squadra, cosa che al suo predecessore Alexander Kristoff non era sempre riuscita nel migliore dei modi. Sulla carta gli uomini per aiutarlo nel migliore dei modi ci sono e se Kittel riuscirà ad affinare velocemente i meccanismi il numero di vittorie a fine anno potrebbe esser molto simile o addirittura superiore a quello dell’anno scorso.
6 – Tony Gallopin
Dopo sei stagioni all’estero Gallopin ritorna in patria. Il francese è reduce da una stagione negativa con una sola vittoria all’attivo. Ora però l’ex Lotto Soudal avrà la possibilità di rilanciarsi in una squadra in cui potrà avere molto spazio sia nelle classiche collinari che, con ogni probabilità, nelle corse a tappe di una settimana. Diverse occasioni il corridore di Dourdan le potrà avere anche nelle corse sul pavé dove dividerà il ruolo di capitano con Naesen. Per Gallopin ci sono quindi tutti gli ingredienti per poter far bene ed ora sta solo a lui dimostrare sulla strada che il 2016 è stato semplicemente un anno no.
7 – Magnus Cort Nielsen
Cambiare squadra per rilanciarsi. È questo quello che spera il corridore danese, reduce da una stagione da dimenticare. Quello che doveva essere l’anno della consacrazione per il velocista di Bornholm si è in realtà tramutato in un anno no, con poche prove all’altezza delle aspettative. Ora però l’opportunità in maglia Astana per lasciarsi alle spalle il 2017 e fare finalmente il salto di qualità in una squadra in cui sarà l’uomo di riferimento nella sua disciplina. Certo la nuova avventura non è iniziata nel migliore dei modi con la frattura della clavicola rimediata in allenamento, ma una volta superato l’infortunio avrà spazio e occasioni per dimostrare le sue qualità. Per le volate sarà infatti l’uomo di punta della squadra kazaka ed avrà diverse occasioni per provare a lasciare il segno.
8 – Jan Hirt
Occasione d’oro per il corridore ceco. Dopo una buonissima stagione in maglia CCC Sprandi Polkowice, con la quale si è messo in mostra soprattutto al Giro d’Italia, chiudendo il suo primo Grande Giro in dodicesima posizione, la Astana ha messo gli occhi su di lui, facendogli firmare un contratto biennale. Nella squadra kazaka partirà dietro a Miguel Angel Lopez e Jakob Fuglsang, ma avrà sicuramente le occasioni per mettersi in mostra, soprattutto nelle corse a tappe di una settimana. Per quanto riguarda i Grandi Giri invece dovrà lavorare per i compagni di squadra, con ogni probabilità Lopez al Giro, e quindi potrebbe esser costretto a mettere da parte le ambizioni personali in classifica. Strada facendo però ci potrebbe essere l’occasione per puntare alla vittoria di una tappa e confermare le sue qualità quando la strada sale.
9 – Warren Barguil
Il corridore bretone è finalmente esploso quest’anno al Tour de France, conquistando due tappa, la maglia a pois e un bel decimo posto, miglior risultato in carriera in un Grande Giro. Eppure ha fatto un balzo indietro, passando alla Fortuneo – Samsic, la formazione della sua regione. Una scelta coraggiosa per il 26enne transalpino che chiaramente ora avrà una squadra a sua disposizione per provare a correre come piace a lui, in maniera arrembante. La scommessa è soprattutto sua, visto che la squadra chiaramente ha tutto da guadagnare dalla sua presenza, sacrificando altre pedine su altri fronti per affiancargli corridori che possano aiutarlo nelle sue conquiste. Un calendario meno fitto di grandi appuntamenti, per quanto la sua presenza garantirà presumibilmente molti degli inviti di cui faranno richiesta, vorrà anche dire maggiori pressioni e meno opportunità per rifarsi, soprattutto in una squadra quasi interamente costruita attorno a lui. Lui dice che ha fatto questa scelta anche per questo, per esaltarsi in questa nuova sfida. La strada darà il suo verdetto.
10 – Andrea Guardini
La Bardiani – CSF ha cambiato completamente il suo stile di mercato con l’arrivo dell’ex enfant prodige dei rivali Scinto-Citracca. Dopo gli esordi con la Farnese il veronese sembrava poter diventare il punto di riferimento per le volate in Italia, riuscendo anche a conquistare una tappa al Giro d’Italia, ma, complice alcuni problemi fisici, quella vittoria è stata forse più croce che delizia per l’ormai 28enne. Da quel successo del 2012, ne sono arrivati sì altri 18 (di cui dieci al Tour de Langkawi), ma quasi tutti in corse minori, anche se nel finale del 2014 era sembrato riprendersi, in maglia Astana. Purtoppo per lui le cose sono andate diversamente e si è ritrovato spesso chiuso da una squadra che puntava soprattutto alla classifica, quasi sempre escluso dalle grandi corse. Scenario simile l’anno appena concluso alla UAE Team Emirates, con la quale ha vissuto il suo anno peggiore, il primo senza successi della sua carriera, un tempo folgorante. Il tentativo di rilancio alla corte dei Reverberi è davvero una scommessa per entrambi. La squadra metta a disposizione un team quasi interamente al suo servizio, lui la possibilità di conquistare traguardi importanti se riesce a ritrovarsi.
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